mercoledì 29 dicembre 2010

Nucleare indietro tutta: centomila firme per la legge sull’efficienza energetica e le rinnovabili



In questi giorni, alla Camera dei Deputati, sono state depositate oltre centomila firme, delle quali oltre ottantamila autenticate e certificate, raccolte in pochissimi mesi  tra i cittadini che hanno a cuore l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e la salvaguardia del clima e della biodiversità.
Centomila firma che esprimono un sentimento comune a milioni di elettori e elettrici, che anche con questa iniziativa vogliono gridare alto e forte il loro No al nucleare. E’ nata così una legge di iniziativa popolare che il Parlamento dovrà mettere all’ordine del giorno dei suoi lavori.

 Questo è il primo straordinario risultato di una campagna promossa dalle associazioni ambientaliste nazionali come Legambiente, WWF, Greenpeace, Forum Ambientalista e altre, insieme a tanti comitati locali. All’iniziativa hanno contribuito in modo significativo la CGIL, la FIOM, la Fp-CGIL,lo Spi-CGIL, l’Arci, insieme a un importante arco di forze politiche, Sinistra Ecologia Libertà, i Verdi, la Federazione della Sinistra, Italia dei Valori, Giovani del PD e altri.
Il prossimo passo sarà una assemblea nazionale, convocata dal  Comitato Promotore per il 22 gennaio prossimo, alla quale prenderanno parte i rappresentanti di tutti coloro che hanno contribuito alla raccolta delle firme. Obiettivo: premere con una vasta gamma di iniziative perché la proposta sia portata immediatamente all’esame parlamentare, ascoltando la richiesta dei cittadini..
Le forze che hanno contribuito a questa iniziativa e tra queste Sinistra Ecologia Libertà si batteranno affinché il nostro Paese si doti urgentemente di un piano energetico nazionale. Occorre investire nel risparmio energetico e nell’uso delle rinnovabili. Il nucleare non serve, è più costoso, è pericoloso per la salute e per l’ambiente, compromette il futuro, impedisce il decollo di un impegno industriale verso le rinnovabili e l’efficienza energetica.
La lobby affaristica del nucleare vuole mettere il paese di fronte a fatti compiuti, mentre pende il ricorso al referendum abrogativo della legge 99/2009, che cerca di imporre la localizzazione delle possibili future centrali nucleari, ma Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria e Basilicata hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale. È evidente come il nucleare trovi un muro quando passa dai proclami al territorio.
Per questo si richiede che il Governo sospenda ogni iniziativa sul nucleare in attesa del voto degli italiani.

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