venerdì 10 dicembre 2010

CONTRO LA CORRUZIONE, A FIANCO DI LIBERA

“L’Italia è oggi percepita come un Paese corrotto e questo riduce l’interesse e la convenienza per gli stranieri ad investire nel nostro Paese”, così ha dichiarato senza mezzi termini l’ex procuratore del pool di Mani Pulite, Pier Camillo Davigo nel messaggio di adesione alla petizione della Associazioni Libera e Avviso Pubblico.
Non vi è certo di che stupirsi: il nostro Paese, secondo l’ultimo rapporto di Transparency International, è precipitato al 67emo posto per trasparenza nelle decisioni pubbliche segnando il peggior dato dal 1995. Le parole di Davigo hanno il merito di tratteggiare con puntualità i contorni di una delle piaghe irrisolte del nostro Paese, una ferita mai rimarginata che attraversa da sempre in lungo e in largo la nostra collettività, inquinando le istituzioni democratiche e minandone, sin dalle fondamenta, in maniera quasi irreversibile la credibilità dinanzi agli occhi dei cittadini. Ne è un ulteriore esempio quanto sta avvenendo a l’Aquila nel dopo terremoto come ha illustrato l’Associazione Libera in un dossier, presentato pochi giorni fa nel quale si denunciano tutte le incongruenze di una ricostruzione mai veramente partita.
A questo problema si sommano poi vecchie negligenze come quelle che hanno portato al crollo della casa dello Studente aspetti tutti che rappresentano solamente le ultime macroscopiche risorgive di una falda ben più profonda che sta corrodendo a poco a poco il senso civico della Nazione. Ogni anno nel nostro Paese, solo per citare alcuni dati della Corte dei Conti, la corruzione costa ai cittadini tra i 50 e i 60 miliardi di euro. E’ una tassa occulta che ricade sulle spalle dei cittadini onesti, trasformando risorse pubbliche, il più delle volte mal impiegate, in profitti illeciti. Ognuno di noi è come se fosse costretto a versare annualmente 1000 euro nelle casseforti delle mafie. Basta poco per comprendere quanti tagli, come quelli che stanno falcidiando alcuni dei settori cruciali della nostra economia, come la Cultura e la Conoscenza, potrebbero essere evitati o comunque ridimensionati utilizzando proprio quegli sprechi.
La stagione moralizzatrice di “Mani Pulite” sembra purtroppo ormai un lontano ricordo, basti pensare che in quegli anni nel distretto della Corte d’Appello di Milano si contavano circa 2000 denunce tra corruzione e concussione, mentre nell’anno giudiziario 2008-2009 sono state appena 120, appena il 6%. E’ tempo che la politica reagisca, restituendo a se stessa un sussulto di dignità. I riferimenti giuridici ci sarebbero anche, ma restano colpevolmente non applicati. Basti pensare a quanto è previsto nella Convenzione di Strasburgo del 1999 che prevede l’introduzione nel codice penale di delitti importanti, quali la corruzione tra privati e l’auto riciclaggio, ma anche l’introduzione di una nuova fattispecie di reato: il traffico di influenze illecite, ovvero una definizione più ampia dell’idea stessa di corruzione, non più ristretta al solo ambito pecuniario, bensì comprendente anche altri canali “innovativi” di corruzione quali i regali, i favori vari fino alla offerta di sesso. Sarebbe auspicabile, secondo alcune fonti autorevoli, l’introduzione della figura del collaboratore dei giustizia anche per i reati di corruzione, come avviene già per quelli di mafia. Così come sarebbe fondamentale aggredire i patrimoni accumulati illecitamente dai corrotti, confiscandone i beni e dando attuazione alle norme già approvate nella Finanziaria 2007 che ne prevedono l’uso a fini sociali.
L’Italia non può più eludere le proprie responsabilità, derubricando il male della corruzione ad un vizio atavico. Non può farlo banalmente perché, facendo parte del Mercato unico Europeo, è sottoposta al principio comunitario di libera e leale concorrenza e per questo dovrà dotarsi di un Piano Nazionale contro la corruzione, da presentare al Consiglio d’Europa entro il 31 gennaio 2011.
E’ in nome di tutto ciò che Libera e Avviso Pubblico hanno deciso di lanciare una grande campagna di sensibilizzazione in materia, sulla falsariga di quanto avvenne nel 1996 con la raccolta di un milione di firme per migliorare la legge Rognoni-La Torre e chiedere l’uso sociale dei beni confiscati.
Da mercoledì 8 e fino a domenica 12 dicembre si potrà sottoscrivere la petizione da inviare al Presidente Napoletano affinché solleciti il Parlamento e il Governo a ratificare proprio quegli accordi internazionali. I banchetti di Libera saranno allestiti in 300 piazze italiane e poi, ancora per un mese, in 400 botteghe di Altromercato e Botteghe del Mondo. Dopo il 12 dicembre si potrà inoltre continuare a firmare sui siti internet delle Associazioni, delle testate giornalistiche e dei partiti che aderiscono, tra i quali non può che esserci anche Sinistra Ecologia Libertà.
Mattia Ciampicacigli


1 commento:

  1. Sosteniamo Libera nella sua lunga battaglia contro le mafie e la corruzione. Ne abbiamo bisogno.
    Il circolo di SEL di San Casciano si attivi per raccogliere le firme e sensibilizzare i cittadini e le istituzioni.

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