Oggi riportiamo un articolo di Marisa Nicchi e Gloria Buffo (SEL)
Comunque la si veda e la si pensi la libertà delle donne presenta i suoi conti a tutti, perfino a “lui”, l’uomo che possiede ricchezza, potere, informazione, carisma, seduzione, che sfida addirittura il tempo proponendosi la giovinezza eterna. Il personaggio, che è preda di una vera e propria ossessione verso le donne, la persegue oggi con i soli potenti mezzi che gli sono rimasti: denaro e potere. Nel privato, naturalmente, perché in pubblico il suo partito fa proprio il paternalismo familista che piace alle gerarchie della Chiesa Cattolica.
I conti che gli presentano le donne gli fanno molto male. A differenza delle manovre politiche che si vincono e si perdono e poi passano, a differenza delle disavventure giudiziarie che intanto si aggirano poi qualcosa si farà, la sua personale partita con le donne gli lascia addosso un segno indelebile: oggi è visibile a tutti il suo essere un uomo patetico destinato a interpretare ossessivamente sempre lo stesso film, centrato su un’ idea proprietaria delle donne che non sta più in piedi. Ed è sotto gli occhi di tutti il meccanismo di scambio tra le conferme cercate da questo anziano signore e il lucido tornaconto delle dirette interessate.
In primis, i conti glieli ha presentati Veronica Lario, che ha ammesso pubblicamente di non riuscire più a “impedirgli di rendersi ridicolo davanti al mondo”. Poi ha dovuto “spiegare” la frequentazione del nutrito carnet di giovani dotate delle più svariate doti umane: maliziose, strumentali, sprovvedute, opportuniste. Oggi, all’ ordine del giorno c’è l’insubordinazione politica delle “sue” ministre, figure che si voleva docili all’eterno seduttore in cambio di rapide carriere.
Ma cosa ci dice questa irrefrenabile voglia di disporre delle donne aldilà dell’occhio strizzato ai tanti maschi che si immaginano ancora dentro il sogno maschilista?
I conti che gli presentano le donne gli fanno molto male. A differenza delle manovre politiche che si vincono e si perdono e poi passano, a differenza delle disavventure giudiziarie che intanto si aggirano poi qualcosa si farà, la sua personale partita con le donne gli lascia addosso un segno indelebile: oggi è visibile a tutti il suo essere un uomo patetico destinato a interpretare ossessivamente sempre lo stesso film, centrato su un’ idea proprietaria delle donne che non sta più in piedi. Ed è sotto gli occhi di tutti il meccanismo di scambio tra le conferme cercate da questo anziano signore e il lucido tornaconto delle dirette interessate.
In primis, i conti glieli ha presentati Veronica Lario, che ha ammesso pubblicamente di non riuscire più a “impedirgli di rendersi ridicolo davanti al mondo”. Poi ha dovuto “spiegare” la frequentazione del nutrito carnet di giovani dotate delle più svariate doti umane: maliziose, strumentali, sprovvedute, opportuniste. Oggi, all’ ordine del giorno c’è l’insubordinazione politica delle “sue” ministre, figure che si voleva docili all’eterno seduttore in cambio di rapide carriere.
Ma cosa ci dice questa irrefrenabile voglia di disporre delle donne aldilà dell’occhio strizzato ai tanti maschi che si immaginano ancora dentro il sogno maschilista?
Ci parla della lacerante difficoltà di trarre, a tutte le età, dalla consapevolezza della propria fragilità, del proprio limite, l’ occasione per inventare un nuovo senso della vita e un autentico benessere. Una sfida difficile da vincere per tutti, tanto più per l’uomo avvezzo a forzare tutti i confini, i poteri costituzionali, il mercato, le regole; un uomo che trova scontato avere a disposizione quel corpo femminile che pensa solo accondiscendente e adulatore salvo poi accorgersi del suo contrario.
Ed è proprio a questa illusione che oggi Berlusconi paga il prezzo più alto. Il ridicolo da cui voleva proteggerlo la moglie lo ha marchiato per sempre, più dell’opposizione politica e del potere giudiziario. E’ la sua più scottante sconfitta.
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